Bisogna avere in sè il caos per partorire una stella che danzi. ( Nietzsche )



venerdì 14 maggio 2010

Esposizione a Civitavecchia


Si inaugurerà nel giorno di Domenica 16 Maggio, alle ore 18:00 ,presso l'area espositiva di "Quality Selection" sita in Corso Centocelle 31 di Civitavecchia, l'esposizione di Tommaso Didimo, terzo ed ultimo artista dell'evento culturale "Il canto della Sirena". Ideato e realizzato dall'artista italo-svizzera Anna Saegesser Pavone, in stretta collaborazione con lo stilista Franco Ciambella e l'amico Maurizio Vignati, ha lo scopo di promuovere la cultura e le arti attraverso un dialogo tra diverse forme espressive unite dalla medesima passione e amore per la ricerca artistica. Oltre alle opere pittoriche di Anna Saegesser Pavone, Tommaso Didimo e le sculture di Francesco Caridi, saranno permanentemente esposte per tutta la durata dell'evento le opere dello stilista Franco Ciambella.


* Le opere esposte di Tommaso Didimo all'evento "Il Canto della Sirena" riguardano la produzione artistica del 2009 e sono state ampiamente discusse e teorizzate dal Prof. Robertomaria Siena.

Tommaso Didimo e l' "Anacronismo Informale"

La ricerca ha sempre costituito, per Tommaso Didimo, la stella polare a cui guardare con costante fedeltà. Da questo dato di fatto scaturisce quella che possiamo tranquillamente definire la "rivoluzione del 2009". Di che si tratta? Didimo, finora, ha (felicemente) oscillato fra un informalismo perfetto ed una prassi pittorica semifigurativa. Ora invece il giovane artista lancia a se stesso e al fruitore la sfida dell' Anacronismo Informale. Partiamo dall'aggettivo; il pittore rimane fedele al suo antico amore per l'Informale e per l'Espressionismo Astratto. Questa predilezione affonda le sue radici, come abbiamo detto più volte, in un antiplatonismo radicale; non ci sono il "mondo vero" ed il "mondo apparente"; il "mondo apparente" risolve in sé l'essere nella sua totalità. Leopardianamente il nostro sostiene che tutto è materia e che lo spirito, se esiste, è solo un altro nome della materia. A sua volta la materia è instabile, densa, opulenta affascinata dalla sua stessa fisicità. Possiamo parlare di Slancio Vitale bergsoniano a patto però che ci rendiamo conto del fatto che il pittore corregge il grande filosofo francesce. Bergson dice che lo Slancio Vitale è la coscienza che penetra nella materia e l'organizza. Per l'artista, al contrario , la coscienza è materia e, al di fuori della materia, nulla salus. Detto questo, vediamo come si comporta la materia evocata da Didimo.

Quali ragioni del sostantivo "Anacronismo"? E' presto detto; l'Anacronismo appare quando scendono in campo i miti e gli dei. Si guardi, tanto per fare un solo esempio, al "Dio-Demiurgo", un palese omaggio a Marcione e alla sua eresia. Ecco dunque un Dio, anche se costui è l'Aborto creatore e gestore del male; da qui l'anatomia squilibrata di questo essere demoniaco. Dunque, in Didimo, la materia, nelle sue convulsioni , secerne gli dei; costoro, a loro volta, non si separano mai da ciò che li ha originati. Da questo punto di vista, la posizione del nostro è eretica nei confronti di quella di Giorgio Dante, il fratello di Tommaso Didimo. Ne consegue il tratto originale e personale dell'Anacronismo del pittore; la questione centrale è appunto quella della materia e della forma. Dante, in quanto "anacronista ortodosso" è un cultore della Forma Assoluta; la sua pittura, infatti, è uno smalto incantato che fa corpo unico con un' Idea che è insieme Sogno e Paradiso dei Sensi. Il richiamo alla memoria e al museo stringe poi fra di loro i due fratelli; oltre al museo la letteratura; non è un caso che Didimo, con il suo "Elefante" renda omaggio a Saramago. Ne consegue il rifiuto dell'antireferenzialismo ed il recupero della "famigerata" unione pittura-letteratura; ciò non significa però, per il pittore, un totale allontanamento dalla tradizione delle Avanguardie Storiche e dalla sue suggestioni della Pittura d'Azione. E' anche al Surrealismo, infatti, che guarda dato che è sulla visione che lavora costantemente. Detto questo, non abbiamo però ancora esaurito il discorso.

La celebrazione della materia serve anche per confutare la "strategia dell'impurità"; quella "strategia" che ha teso e che tende a liquidare la pittura. In questo senso la posizione di Didimo è del tutto radicale; la primazia della pittura viene enunciata attraverso, lo ripetiamo, l'esibizione del corpo scoperto della pittura la quale getta in faccia al fruitore la propria pelle e le proprie viscere. Una pittura che, al contempo, coltiva la bellezza senza alcuna timidezza; è questo senz'altro un altro elemento che riconduce l'artista all'interno dell' Anacronismo. In questo modo non ci possono essere equivoci: il sogno, la bellezza, gli dei e i personaggi fantastici vengono così definiti per quello che sono; entità reali e corpi al quadrato. La conclusione è che per Tommaso Didimo l'arte non è un arabesco astratto; l'arte è realtà realissima, cioè l'unica verità solida a cui possiamo accedere; tutto questo, non a caso, costituisce quella "religione dell'arte" che è l'asse portante della filosofia dell'Anacronismo.

**Per approfondimenti sono disponibili altri testi critici nella sezione "Critica" in alto a sinistra.

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