Bisogna avere in sè il caos per partorire una stella che danzi. ( Nietzsche )



domenica 13 febbraio 2011

Nel Cerchio del Sacro: testo critico della Prof.ssa Maria Lenti

Il cerchio conchiude uno spazio, il sacro lo espande: l’antinomia, solo apparente, del titolo di questa mostra dilata in ogni senso il secondo elemento mentre lo concentra in un punto che interroga (o in punti che interrogano) ed evita risposte nette. Si penserebbe, di primo acchito, ad un Sacro strettamente (secondo il significato corrente) religioso: e lo è. Ma, insieme, la parola cattura e sprigiona una sacralità della vita, un abbandono del ‘profano’ per un incontro che determina alterità soprasensibile o una sensibilità che tocca corde interiori.
Nella mostra sono presenti entrambi gli aspetti. Ma anche altri, se è vero che ogni artista esprime il tema e lo rovescia e lo riveste, nella composizione e nella tecnica, e lo porta ad essere altro da quel che è. Così in Natura morta con angelo custode (2008) di Lorenzo Caboni, in cui fisicità e metafisica, dal fondo scuro che le riproietta in primo piano, si avvicinano fino a toccarsi peraltro senza dialogo possibile. Così in San Sebastiano (2010) di Tommaso Didimo, filtrato da una tradizione figurale nota, con il suo corpo livido di morente in un tessuto bianco, il sacro sembra assorbito in un dopo-dolore che lo accoglie. Così in San Tarcisio (2010) di Giorgio Dante, non più e non tanto giovane piegato sul suo martirio ma bellezza senza tempo, il sacro è nel mistero che tale bellezza contempla. Così in Portatori di Madonna su fondo nero (2009) di Normanno Soscia, icona popolare che fa risalire il sacro alla Madonna della Misericordia di memoria quattrocentesca. Così nell’olio Campo Croce (2009) di Venanzio Manciocchi, nel quale colore e forma disegnano una crocifissione sofferente e presaga, nella sua sacralità, di smarrimenti nonché di intenti.

Ma il sacro è anche enigma, come in Sfera Celeste (2010) di Pietro Weber, una sorta di duplice, bellissima, maschera su fondo ceruleo, la quale, in rilievo, sembra alitare una domanda o più domande; o è sussulto esistenziale, come in Conversione di Saulo (2009) di Lorenzo Romani, che unisce la forza dell’evento all’energia che lo suscita; o si àncora alla pietas, come in San Cristoforo (1948) di Harry Rosenthal, dal profondo senso di condivisione di un percorso pur impervio; o può essere, il sacro, l’orgoglio tenero di una nascita di salvezza, come in Madonna stante con bambnio (2010), un bronzo – spinto in alto – di Roberto Scardella.

Nove artisti “nel cerchio del sacro”: alcuni giovani incamminati su linee di ricerca non conformistiche; alcuni già con la loro arte sempre in trasformazione pur nella costante che rinnova su stilemi in distinzione.


Prof.ssa Maria Lenti

***San Sebastiano, 100 x 60 cm, smalti su tela, 2010 (Tommaso Didimo)

*************************************************************************************

Pubblicazione dell'articolo nei seguenti siti:

marialenti.it

literary.it

download testo in formato pdf


Nessun commento: